La ricchezza di un odore

Comincio a scrivere queste mie
righe con il pensiero che ogni mattina, solitamente in questo periodo, mi rende
lieto: la consapevolezza di essere fortunato.

Credo che nella consuetudine
l’uomo si senta più sicuro, e così, intento a curare la mia sicurezza, spesso
amo ripercorrere le stesse vie, scrutare l’asfalto amico e incontrare la gente
del quotidiano. La donna che lavora in banca, lo spazzino con il sigaro, il
fruttivendolo indaffarato a sistemare la sua merce.

In questa stagione la mia routine
prevede un odore, l’odore dell’olio che vien fuori dai frantoi al pieno della
loro attività. Prima della pausa pranzo mi piace incontrare i contadini, di
professione o improvvisati, con i loro volti rugosi, impolverati, esausti.
Attendono in silenzio il loro turno, poi, quando è il momento scaricano il
raccolto, scambiano due parole e infine, rientrando in macchina si concentrano
sul quel piatto caldo che li attende e che mai come in quel momento hanno meritato.

E’ il tempo della terra che si
ripropone, puntuale, con i suoi giri e le sue annate. I lavoratori stagionali
aspettano il loro “natale”, quello con la minuscola, i frantoiani concentrano
le loro energie, l’oro giallo rende ricchi tutti: i grandi proprietari, come i
piccoli contadini, fieri di assaggiare il loro prodotto, sicuri che sia il
migliore sulla piazza.

In fondo i contadini sono così:
certi per professione. Sicuri del loro fare, inappuntabili a loro dire.

Dicevo della mia fortuna. Spesso
penso a quanti miei coetanei si perdano tutta questa ricchezza. Non si
accorgano della loro storia, della loro terra, delle tradizioni del loro paese.
C’è una abitudine favorita anche dai genitori, a sottovalutare le opportunità
del lavoro manuale, del sapersi prendere cura del proprio terreno, della
passione di dare ad una madre che ancora oggi, nonostante il disprezzo della
mentalità, continua a deliziarci dei suoi frutti.

Mi viene in mente quella
sensazione che provavo quando ero bambino. Quando si raccoglievano i panni
carichi di olive per poterli poi, con tecnica sopraffina, svuotare in un sacco,
mi piaceva infilare le mani tra le olive. Sentire l’umidità sul dorso delle mie
dita, avvertire il calore della massa sul mio palmo, respirare la fragranza
derivante dai frutti pestati dai contadini indaffarati.

Il linguaggio della terra è
quello più semplice da capire, potrebbe sembrare banale, ma nasconde sempre
insegnamenti nuovi e fondamentali. Nasconde ancora novità e ha ancora risposta
da dare, se solo qualcuno si interessasse a porle ancora domande.

In un’epoca in cui l’
“università” di massa, ha debellato la vecchia equazione ignoranza pari ad
analfabetismo, non credo sia un’eresia dire che spesso merita più attenzioni la
saggezza silente di un contadino che i vani discorsi accademici.

Ritornare alla terra potrebbe nascondere un futuro prosperoso. I
contadini amano dire: “siamo sotto il cielo”. Loro della precarietà ne fanno
una filosofia.. eppure sono ancora lì, dipendenti dell’unica Padrona mai in crisi.

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2 risposte a La ricchezza di un odore

  1. carmela ha detto:

    Bello l\’odore dell\’olio, ma anche quello del vino; bello l\’odore della terra quando viene rivoltata dagli aratri. In quei momenti ti rendi conto che è viva, che nasconde la vita dentro di sè. Sono d\’accordo con te sulle possibilità che potrebbe dare la terra per il futuro. Hai scritto belle parole. Vorrei laurearmi anche io presso uno dei contadini esperti del nostro paese. A presto.

  2. ele ha detto:

    condivido proprio…. " quanti miei coetanei si perdono tutta questa ricchezza"…. a dir il vero, forse non è neanche una perdita… è proprio un allontamento volontario.. e forse, anche, con disprezzo!…… ma …..penso ….cattivamente….. -peggio per loro- … … che rincorrono la Felicità….. e non si rendono conto che si trova sotto i loro piedi… !! Tu parli della Tua terra, delle olive…… io invece ricordo…. la sensazione straordinaria…di raccogliere le patate [varda che Veneta 🙂 ] miei piedi nudi sulla terra….e percepirne la freschezza.. l\’attesa di vederle sbucare dal terreno, la scommessa se fossero state gialle o rosse …. e ancora tanti ricordi, odori e sensazioni….

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